Aprire un Bar: Cosa Serve, Quanto Costa e Requisiti
Aprire un bar è il sogno nel cassetto di moltissime persone in Italia. Per garantire la salute e la sicurezza dei clienti, la legge prevede una serie di requisiti e adempimenti. Vediamo passo dopo passo cosa deve essere fatto per iniziare questa attività rispettando tutte le normative.
Come aprire un bar: cosa serve per iniziare da zero
Per lanciare un nuovo locale è necessario seguire una serie di passaggi iniziali:
- Creare un business plan: che ti permetterà di pianificare le strategie e i costi di avvio
- Rispettare i requisiti: dovrai scegliere un locale adatto e ottenere le necessarie autorizzazioni
- Registrare l'attività: dovrai aprire la partita IVA come ditta individuale o come società
- Gestire correttamente: una volta aperta l'attività dovrai gestirla in modo adatto
Questi passaggi comportano dei costi ed è opportuno valutare con attenzione le risorse e i passi necessari. Vediamo in dettaglio cosa serve per ognuno di questi punti.
1. Creare un business plan
Per pianificare lo sviluppo e i costi del bar è importante creare un business plan. Si tratta di un documento di riepilogo delle strategie commerciali, degli obiettivi da raggiungere e delle risorse necessarie per far partire il progetto. Ad esempio, il business plan può includere la stima delle spese da affrontare per la pubblicità, il costo del personale che si vuole assumere e delle autorizzazioni per il bar.
Un altro passaggio da fare è un'analisi di mercato completa. Questo significa preparare un report sui bar concorrenti, sul mercato in cui operare (es. la città e la zona) e sui canali di vendita (es. fare anche attività connesse come una libreria bar, aprire un centro scommesse o avviare una tabaccheria all'interno). Inoltre, è molto utile valutare anche i potenziali fornitori per organizzare in anticipo gli aspetti operativi dell'attività.
2. Rispettare i requisiti per aprire un bar
Il titolare deve avere dei requisiti personali per essere idoneo alla gestione del bar. Il locale, invece, deve rispettare dei requisiti di sicurezza. Inoltre, devono essere presenti una serie di autorizzazioni previste dalla legge. Vediamo in dettaglio.
Avere i requisiti personali
È necessario che il titolare abbia compiuto 18 anni. Inoltre, il titolare non deve avere avuto problemi con la giustizia. Ad esempio, non può aprire un bar chi è stato condannato ad una pena superiore a tre anni, per rapina e riciclaggio (e molti altri reati).
Il titolare deve avere anche alcuni requisiti professionali e dimostrare di avere l'esperienza e la conoscenza necessaria per gestire al meglio l'attività. Innanzitutto, per aprire un bar è necessario avere un attestato che certifica la conoscenza delle regole igieniche e di sicurezza da seguire (attestato HACCP). Inoltre, il titolare deve avere almeno uno dei seguenti requisiti:
- esperienza di almeno due anni nel settore alimentare (va bene sia una precedente attività in proprio sia come dipendente)
- diploma o laurea con materie di studio sulla preparazione, commercio e somministrazione degli alimenti (o avere frequentato un corso professionale)
- abilitazione regionale SAB per la preparazione, il commercio e la somministrazione di alimenti e bevande (in passato chiamata "REC")
Scegliere il locale adatto
Il locale del bar deve essere in regola e adeguato all'attività. In particolare, l'immobile scelto deve avere alcuni requisiti che variano a livello regionale e comunale. Ci sono, però, alcuni standard che vanno sempre rispettati. I principali da tenere a mente sono:
- il locale deve essere adatto all'attività di bar (destinazione d'uso commerciale dell'immobile e requisiti igienico sanitari previsti dal comune e dall'azienda sanitaria locale)
- tutti gli impianti devono essere a norma di legge (es. quelli elettrici e idrici)
- devono essere presenti servizi igienici accessibili anche alle persone disabili
- il locale deve rispettare le norme antincendio e di sicurezza sul lavoro
Avere la autorizzazioni necessarie
In aggiunta ai requisiti precedenti, si possono applicare regole ulteriori in base al tipo di attività svolta. Il titolare, infatti, deve richiedere alcune autorizzazioni aggiuntive se:
- vengono venduti alcolici nel locale (va denunciata l'attività all'ufficio dell'Agenzia delle Dogane)
- il bar prevede di occupare il suolo pubblico, ad esempio per i tavoli fuori dal locale servono i permessi del Comune
- per diffondere musica nel locale, con impianti o strumenti, servono i permessi del Comune e il pagamento dei diritti SIAE
3. Registrare l'attività
Il bar è un'attività di impresa. Questo significa che rientra tra le attività di vendita di beni o servizi, come l'apertura di una pizzeria o di un negozio. Per questo motivo, al pari di ogni altra impresa, l'attività di bar deve essere registrata. Per fare la registrazione è necessaria l'iscrizione in camera di commercio. Si tratta della registrazione nell'ente che rappresenta le imprese a livello locale.
Il bar può essere un'impresa con un unico titolare o con più soci. Infatti, si possono registrare due tipologie di bar:
- ditte individuali: persone fisiche che aprono una partita IVA e che svolgono l'attività come titolari unici (senza soci)
- più soci che costituiscono una società (es. società a responsabilità limitata o per azioni): organizzazioni più strutturate che possono avere più soci
4. Gestire correttamente il bar
L'aspetto principale della gestione sono gli accordi con i partner e i fornitori. È importante trovare professionisti affidabili e fissare i termini degli accordi presi con un contratto. Ad esempio, un bar ha l'esigenza di richiedere forniture mensili di bevande e può firmare un contratto di fornitura periodica per fissare le condizioni concordate. Inoltre, lo stesso bar può aver bisogno di una fornitura aggiuntiva per un singolo evento e può firmare un contratto di compravendita di beni per la fornitura extra.
Un aspetto importante riguarda la gestione del personale del bar. Per assumere cuochi e camerieri si può fare un contratto di lavoro per dipendenti e regolare tutti gli aspetti del rapporto (es. orario di lavoro e stipendio). Inoltre, per avere personale ulteriore nei periodi di lavoro intenso, come per le feste, si può fare un contratto di lavoro a chiamata (lavoro intermittente).
Non va poi tralasciata la promozione dell'attività per pubblicizzare eventi oppure offerte particolari. Ad esempio, il titolare del bar può prendere accordi con un fornitore di spazi pubblicitari disponibili in zona. Per regolare questo rapporto, è consigliato firmare un contratto di pubblicità che include le condizioni economiche, la durata e ogni altro aspetto rilevante dell'accordo.
Quanto costa aprire un bar
I costi per avviare il bar possono variare molto in base alle scelte prese dal titolare e alle caratteristiche dell'attività. In particolare, l'investimento iniziale dipende da:
- tipologia di locale: un immobile nuovo e già adibito richiede costi più bassi rispetto ad un immobile da ristrutturare
- arredi e attrezzature: ad esempio, servirà acquistare il bancone del bar, i tavoli e gli strumenti per preparare i cocktail
- dimensioni dell'attività: un locale molto ampio richiede maggiore personale, come camerieri, barman e cuochi
- costi legati alle autorizzazioni necessarie: variano a livello locale e sono necessari per ottenere i permessi dal comune e dalla regione
Oltre a queste voci di spesa bisogna considerare anche i costi per registrare l’attività. Leggi i nostri approfondimenti per scoprire i costi di una ditta individuale e i costi di una società.
L'alternativa: il franchising
Una soluzione alternativa per l'apertura del bar è il franchising. Si tratta di un accordo con cui un il titolare sfrutta la formula commerciale di un'azienda già avviata. L'esempio tipico sono le catene di bar e di ristoranti che consentono ad altri di aprire dei punti vendita. In questi casi, chi vuole aprire il bar deve firmare un contratto di franchising per entrare a far parte delle rete commerciale.
Il vantaggio del franchising è sia di immagine sia economico. Infatti, l'azienda già avviata concede l'uso di un nome e un marchio conosciuti. Inoltre, il franchising può prevedere che le spese iniziali per la pubblicità siano a carico dell'azienda. A fronte di questi vantaggi, chi apre il bar avrà una serie di obblighi da rispettare, come pagare un corrispettivo di ingresso, usare gli arredi dell'azienda e acquistare un quantitativo minimo di prodotti.
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