Ritenuta d'Acconto: Come Funziona e Come si Calcola
Tutti i lavoratori autonomi devono versare al fisco le imposte sui compensi guadagnati. Una parte di queste imposte viene pagata direttamente dal cliente attraverso la ritenuta d'acconto. Vediamo in dettaglio come funziona e come si calcola.
Cos'è e come funziona la ritenuta d'acconto
La ritenuta d'acconto è un importo in denaro che un lavoratore autonomo inserisce nella fattura o nella ricevuta fiscale inviata al cliente. Quest'importo corrisponde ad una parte del compenso concordato e viene trattenuto dal cliente. Ciò significa che il cliente pagherà al lavoratore il compenso meno la ritenuta. Ad esempio, se il compenso è €100 e la ritenuta €20, il cliente pagherà solo €80 al lavoratore.
La ritenuta si applica a ogni lavoratore autonomo. È indifferente se l'attività di lavoro è svolta in modo abituale (con partita IVA) oppure in modo occasionale (senza partita IVA). In entrambi i casi si dovranno pagare le imposte sul compenso. Con la ritenuta una parte di queste imposte è versata direttamente dal cliente che le trattiene dal compenso del lavoratore.
La ritenuta d'acconto non viene sempre inserita nella fattura (o ricevuta). Infatti, si applica solo se il cliente è una società (es. SRL o SPA), una persona con partita IVA (es. un architetto) oppure un altro ente (es. associazione). Al di fuori di questi casi, si tratta di un cliente privato e la ritenuta non si applica. Inoltre, non è prevista neanche quando il lavoratore o il cliente applicano un regime fiscale agevolato, chiamato regime forfettario.
Calcolo della ritenuta d'acconto
La ritenuta d'acconto si calcola in percentuale sul compenso. È pari al 20% del compenso concordato e l'operazione da fare è molto semplice. Basta moltiplicare per 20 l'importo del compenso e successivamente dividere il risultato per 100 (es. compenso €100 * 20 = 2000 ÷ 100 = €20 di ritenuta).
Nel calcolo si tiene conto dell'importo del compenso e dell'importo eventuale delle spese di viaggio, vitto e alloggio del lavoratore. Al contrario, non si tiene conto:
- dei rimborsi per le spese effettuate in nome e per conto del cliente
- dei contributi pensionistici versati annualmente dal lavoratore (per la propria pensione)
- dell'IVA inserita in fattura (il 22% addebitato in aggiunta al compenso)
Oltre al calcolo di base, ci sono delle regole particolari se il lavoratore è iscritto all'INPS. In questi casi, anche se non si considerano i contributi pensionistici annuali, si tiene conto dei contributi addebitati in fattura. Vediamo in dettaglio, cosa cambia nelle varie ipotesi.
Come si calcola per il lavoratore iscritto all'INPS
I lavoratori che versano i contributi pensionistici all'INPS possono avere una ritenuta più alta. Infatti, in questi casi, la ritenuta d'acconto si calcola sulla somma del compenso più i contributi addebitati in fattura (sono pari al 4% del compenso). Questi contributi possono essere addebitati solo ad alcuni lavoratori come i freelance e i consulenti.
Ad esempio, se il compenso concordato è pari ad €1.000 e il lavoratore addebita i contributi in fattura, il calcolo della ritenuta d'acconto in fattura sarà il seguente:
- compenso = €1.000,00
- 4% di contributi in fattura = €40,00
- IVA (compenso + 4% * 22%) = €228,80
- Totale fattura = €1.268,80
- Ritenuta d'acconto 20% (compenso * 20%) = €208,00
- Importo che paga il cliente (Totale fattura €1.268,80 - €208,00 di ritenuta) = €1.060,80
Come si calcola per gli altri professionisti
Alcuni lavoratori non devono versare i contributi INPS. Si tratta dei liberi professionisti per i quali esiste un ente privato che si occupa della gestione dei contributi (es. i medici e gli avvocati). In questi casi, la ritenuta sarà più bassa perché non si tiene conto dei contributi addebitati in fattura. La ritenuta d'acconto, infatti, si calcola solo sul compenso concordato.
Ad esempio, se il compenso concordato è pari ad €1.000, il calcolo della ritenuta d'acconto in fattura sarà il seguente:
- compenso = €1.000,00
- 4% di contributi in fattura = €40,00
- IVA (compenso + 4% * 22%) = €228,80
- Totale fattura = €1.268,80
- Ritenuta d'acconto 20% (compenso * 20%) = €200,00
- Importo che paga il cliente (Totale fattura €1.268,80 - €200,00 di ritenuta) = €1.068,80
Come si versa e si certifica la ritenuta
Il cliente paga meno del compenso concordato perché dovrà poi versare la ritenuta d'acconto direttamente all'Agenzia delle Entrate. Il versamento può essere fatto in banca o in un ufficio postale, entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento del compenso. Si deve usare un modello specifico di pagamento, chiamato modello F24, da compilare secondo le istruzioni dell'Agenzia delle Entrate.
Per dimostrare di aver versato la ritenuta di acconto, il cliente deve anche creare un documento di riepilogo, chiamato certificazione unica (o modello C.U.). Questa certificazione va inviata ogni anno sia al lavoratore sia all'Agenzia delle Entrate. Si tratta di un documento che contiene:
- il totale dei compensi pagati al lavoratore nel corso dell'anno precedente
- il totale delle ritenute d'acconto applicate
- eventuali altri dati richiesti dall'Agenzia delle Entrate (presenti nel modulo della certificazione)
Dopo aver analizzato tutti i dettagli sulla ritenuta d'acconto, riepiloghiamo i passaggi pratici. Ecco come funziona:
- un cliente e un lavoratore si accordano su un lavoro (sulla prestazione e sul compenso)
- il professionista effettua il lavoro e invia una fattura (o ricevuta) al cliente
- il cliente paga il lavoratore in base agli accordi, ma versa al lavoratore un importo pari al compenso meno la ritenuta
- il lavoratore riceve, quindi, un importo un po' più basso del compenso concordato, ma il suo cliente versa per lui una parte delle imposte dovute
- il cliente versa direttamente al fisco l'importo pari alla ritenuta (secondo i tempi e i modi indicati dalla legge)
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La gestione della ritenuta d'acconto in fattura dipende da molte variabili. Infatti, occorre verificare il tipo di cliente e il proprio regime fiscale. È importante farsi guidare da un esperto per non commettere errori nella fatturazione.
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